Qvimera by GIno Marchitelli

Qvimera by GIno Marchitelli

autore:GIno Marchitelli [Marchitelli, GIno]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RedDuck Edizioni
pubblicato: 2013-04-24T22:00:00+00:00


11 Dicembre, giornalisti non ne vogliamo

“Ve ne dovete andare, come ve lo dobbiamo dire?”

Un uomo corpulento, che ha indosso un passamontagna, si avvicina pericolosamente ai giornalisti Cristina Petruzzi e Franco Barini, di Radio popolare, che stanno cercando di intervistare alcuni operai che escono dal cantiere di San Donato Milanese.

Cristina lo affronta a muso duro.

“Noi stiamo facendo un’inchiesta sul lavoro nei cantieri e qui c’è anche stato un omicidio. Non facciamo nulla di male, vogliamo solo ascoltare quello che i vostri operai hanno da dire, raccogliamo le loro opinioni.”

Si mette a gambe larghe, chiusa nel suo giubbotto, coperta dallo scalda collo tirato su a berretto, con i pantaloni e un paio di anfibi che affondano nella neve.

Guarda diritto negli occhi l’uomo che sbraita.

“Da qui non ce ne andiamo.” Dice lei, risoluta.

Il collega di Cristina è un po’ più timoroso. E’ già buio, fa freddo, gli operai stanno svicolando in fretta, non vogliono parlare, sembra abbiano paura.

Cristina alza il mini registratore e dice nel microfono.

“Radio popolare. Ferro e cemento. Siamo davanti al cantiere di San Donato Milanese, teatro del recente omicidio del geometra Carlo Valli, dipendente della Dream’s Project…”

Non fa in tempo a finire la frase che l’uomo le toglie il registratore e lo scaraventa nella neve.

Spinge di lato Cristina che ruzzola per terra.

Il collega di Cristina interviene.

“Ehi! Lei non può fare così, siamo giornalisti. Abbiamo il diritto di intervistare la gente.”

Un pugno tremendo gli rompe naso e occhiali. Cade piegato in due gemendo.

Compaiono altre due persone che iniziano a prenderlo a calci.

Cristina si alza e urla di lasciarlo stare, di fermarsi.

Franco viene colpito da diversi calci all’addome.

Cristina si lancia contro i due aggressori ma qualcuno la afferra e le assesta un pugno in volto.

Gli aggressori si allontanano.

Rimangono a terra, doloranti e sanguinanti, la giornalista e il suo collega.

E’ buio.

Fa freddo.

La neve è gelida.

Gli aerei in fase di atterraggio accendono i proiettori e squarciano l’oscurità del cielo.

Il rombo dei reattori diventa sempre più forte e scuote l’udito.

L’aereo passa e arriva quello strano rumore, come di sibilo metallico, che accompagna i velivoli in atterraggio che hanno “aperto” un canale nell’atmosfera.

Dopo un po’ si rialzano, aiutandosi l’un l’altro.

Franco sta male, ha attacchi di vomito.

Si trascinano fino al pronto soccorso dell’ospedale poco distante da lì.

19.30.

Lorenzi è in macchina, sta tornando casa. E’ stata una giornata pesante, le indagini sull’assassinio del capocantiere sono complesse.

Accende la radio e si sintonizza su Radio popolare, cerca sempre di sentire Cristina.

Proprio in quel momento inizia il radiogiornale. La prima notizia è che due cronisti della radio sono stati aggrediti in un cantiere e sono ricoverati all’ospedale di San Donato Milanese.

Cristina Petruzzi e Franco Barini.

Matteo fa inversione e si precipita a San Donato.

Si scopre a pregare che a Cristina non sia successo nulla di grave. Prende la tangenziale in via Rubattino, schiaccia l’acceleratore.

Il cuore batte forte, emozione e preoccupazione insieme.

Pioviggina e l’acqua sbatte contro il vetro creando strani riflessi con le luci dei lampioni stradali.

Semaforo rosso sulla Paullese, maledizione.

Un altro più avanti.

Il cuore batte sempre più forte.

Ecco l’ospedale. Pronto Soccorso.

Entra.

Va immediatamente allo sportello degli infermieri.



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